Il monetarismo è una dottrina economica che studia gli effetti delle variazioni della massa monetaria sulle variabili economiche rilevanti (come l’occupazione, i prezzi o la produzione).
Il monetarismo si basa sull’idea che un aumento della massa monetaria, cioè della quantità totale di denaro contante e di assegni circolanti nell’economia, aumenterà la produzione a breve termine e l’inflazione a lungo termine.
Il suo legame con la Scuola di Chicago è evidente perché uno dei suoi principali esponenti è il premio Nobel per l’economia Milton Friedman, che ha guidato quella scuola per molti anni.
Principali idee del monetarismo
Il monetarismo afferma che mentre le autorità monetarie (banca centrale o altre) hanno il controllo sull’offerta nominale, le persone basano le loro decisioni sulla quantità di denaro reale che desiderano ottenere/mantenere.
Così, quando l’offerta di denaro cresce al di là di quanto la gente vuole conservare, cercherà di ridurre la propria quantità di denaro acquistando beni o attività. Con questo comportamento, una maggiore disponibilità di denaro aumenterebbe la produzione a breve termine. Tuttavia, a lungo termine non è possibile liberarsi dalla massa monetaria in eccesso (soprattutto se l’economia è vicina al suo potenziale) e quindi i prezzi si adegueranno verso l’alto.
Si raccomanda quindi alle autorità monetarie di seguire una regola monetaria in cui l’ammontare del capitale circolante viene aumentato a un tasso costante e stabile che è direttamente correlato al tasso di crescita del paese.
Inoltre, il monetarismo sottolinea che l’inflazione è un processo puramente monetario causato da un aumento della moneta in circolazione. Alla luce di quanto sopra, uno degli strumenti di cui dispone l’autorità monetaria per controllare l’inflazione è la gestione del tasso di interesse (che riflette il prezzo del denaro). Se si teme un aumento dell’inflazione, il tasso d’interesse deve essere aumentato in modo che il denaro diventi più costoso. Al contrario, di fronte a una possibile deflazione, l’autorità monetaria deve abbassare il tasso di interesse.
Misure economiche proposte dal monetarismo
Il monetarismo sostiene l’uso del mercato come meccanismo di allocazione delle risorse e l’attuazione di una politica monetaria volta a bilanciare il PIL e l’inflazione.
Tra le raccomandazioni politiche del monetarismo, spiccano le seguenti:
- Controllo dell’inflazione: L’autorità monetaria deve evitare processi inflazionistici e deflazionistici.
- Ridurre il ruolo dello Stato nell’economia: l’intervento dello Stato nell’attività economica genererebbe inefficienza.
- Promuovere l’apertura del commercio: promuovere la libera circolazione e lo scambio di beni e servizi.
- Non cercare la piena occupazione (disoccupazione zero): ci sarebbe un tasso di disoccupazione naturale. Se lo Stato cercasse di scendere al di sotto di questo tasso, si innescherebbero fenomeni inflazionistici.
- Difendere la libera concorrenza: promuovere la concorrenza interna ed esterna e utilizzare il mercato come meccanismo di allocazione delle risorse.
- Rifiuto delle teorie keynesiane: Rifiutare l’intervento dello Stato proposto dalla teoria keynesiana.
Principali esponenti del monetarismo
Milton Friedman, premio Nobel per l’economia nel 1976, è uno dei maggiori esponenti del monetarismo. Tra i suoi principali contributi legati al monetarismo moderno ci sono
- La teoria del reddito permanente
- Revisione della curva di Phillips (in base al tasso NAIRU)
- La regola monetaria di Friedman