Homo economicus è un’espressione latina che si riferisce a un modello di comportamento umano usato in economia. L’uomo economico è quindi una persona razionale, che massimizza la sua utilità, cercando di ottenere i maggiori benefici con il minimo sforzo.
Cioè, il concetto di homo economicus, utilizzato per la prima volta nell’Ottocento dall’economista John Stuart Mill, è quello che spiega per certi approcci all’economia i comportamenti che si verificano nella società umana.
Questo homo economicus, considerato universale e senza tempo (è successo ieri, succede oggi e succederà domani in qualsiasi parte del pianeta e sotto qualsiasi sistema politico). Questo, supponendo di avere informazioni perfette sulla realtà, è mosso dal suo interesse personale e calcola e soppesa le possibilità con totale razionalità per raggiungere la propria prosperità
Da queste correnti di pensiero si comprende che la somma degli interessi individuali coincide con l’interesse sociale. Pertanto, la somma della prosperità individuale sarebbe pari alla prosperità della società.
Va detto che questo concetto ha ricevuto e riceve critiche per essere un presupposto molto semplice, poiché l’homo economicus basa le sue decisioni solo nella misura in cui esse influenzano in misura maggiore o minore la sua funzione di utilità personale. E, quindi, si nega che l’essere umano consideri nelle sue decisioni il benessere degli altri e del proprio pianeta. Vale a dire, si nega che le decisioni siano influenzate da fattori ambientali ed emotivi, come l’affetto, la gratitudine, l’amore, la giustizia… a meno che ciò non sia conveniente per l’individuo.
Alternative all’homo economicus
Alcune delle alternative presentate all’homo economicus sono modelli basati sulla cooperazione, sulla ricerca di un benessere comune e non sulla ricerca individuale di vantaggi, come l’economia morale.
Altri sostengono che siamo solo parzialmente razionali, come nel modello della razionalità limitata. Allo stesso modo, altri settori, come la finanza comportamentale, sostengono che non sempre agiamo in modo razionale perché siamo anche emotivi