Il tasso di interesse reale o tasso reale è il rendimento netto che otteniamo sul trasferimento di un importo di capitale o di denaro, una volta che abbiamo preso in considerazione gli effetti e le correzioni nella inflazione.
Dobbiamo tenere presente che il valore del denaro non è lo stesso ora come in futuro, cioè con una certa quantità di denaro non possiamo comprare la stessa cosa oggi come fra tre anni.
Il tasso d’interesse reale è un’informazione molto importante da conoscere, perché ci permette di sapere quanto ci fa pagare la nostra entità per la concessione di un prestito, di un mutuo, di un credito o anche per la redditività che ci offre per il deposito dei nostri risparmi.
Pertanto, può essere applicato in modo generale a due tipi di operazioni:
- Investimenti: Conosceremo il rendimento netto di un investimento. È particolarmente importante conoscere il tasso di interesse reale nei casi in cui il rendimento reale non superi il rendimento di tale investimento.
- Prestiti o crediti : Conosceremo il tasso di interesse reale applicato dall’ente.
I tassi reali e il loro rapporto con l’economia
- Tassi reali elevati: per un’economia in forte crescita e con consumi eccessivi. Useremo politiche monetarie restrittive e nei momenti di mancanza di controllo inflazione.
- Tassi reali bassi: un’economia che ha bisogno di rinascita. Da utilizzare in politiche monetarie espansive.
- Tassi reali negativi: per un’economia di massa recessione. Le banche centrali hanno sempre diffidato di questo tipo di situazioni. Il fatto che i tassi reali siano negativi significa che è più economico rimborsare un prestito rispetto all’apprezzamento del bene che abbiamo comprato con quel prestito. Mantenere questa situazione inutilmente per lungo tempo può, a lungo termine, portare a bolle speculative con un risultato finale incerto.
Metodo di calcolo
Per calcolare il tasso di interesse reale, dobbiamo sottrarre il tasso di inflazione (forma approssimativa) dal tasso di interesse nominale, essendo il tasso di interesse nominale quello che è espresso in moneta nazionale e che non tiene conto dell’effetto dell’inflazione e, quindi, non tiene conto del potere d’acquisto.
r – Tasso di interesse effettivo.
i – Tasso di interesse nominale.
π – Inflazione.
D’altra parte, è anche importante tener conto del calcolo del rendimento reale, utilizzato per misurare la redditività di un investimento, inclusa l’inflazione dei prezzi:
i – Tasso di interesse nominale.
g – Il tasso di inflazione del periodo (normalmente annuale).
Il rendimento nominale è ridotto dell’aliquota fiscale del paese sui profitti ottenuti, che dipenderà dalla fascia in cui si trova il profitto e dal suo tasso marginale annuo.
Esempio di calcolo degli interessi effettivi
Immaginiamo di prestare 200 euro a un amico, con un tasso di interesse nominale del 3%. L’anno successivo, quando ci ripaga il prestito, c’è stata un’inflazione del 2%. Ciò significa che, anche se abbiamo applicato un tasso di interesse nominale del 3%, e lui ci ripaga 206 euro, il tasso di interesse reale che gli abbiamo applicato è stato dell’1% (3%-2%), poiché il capitale del prestito (200 euro) ha un valore inferiore l’anno successivo, a causa dell’effetto inflazionistico.
Supponiamo che la nostra banca ci dia un tasso d’interesse nominale del 5% per un deposito di un anno. Alla fine dell’anno vogliamo sapere qual è il tasso di interesse reale che abbiamo ottenuto con il deposito.
Per calcolare il tasso d’interesse reale, dobbiamo sottrarre l’inflazione nella zona euro o nel nostro paese di residenza che corrisponde al periodo del deposito, nel nostro caso un anno solare.
L’IPC (Indice dei prezzi al consumo) viene utilizzato per calcolare l’inflazione. Immaginiamo che nel nostro esempio sia l’1%.
Con questi dati possiamo calcolare il tasso d’interesse effettivo per il deposito a un anno che abbiamo contrattato.
r = 5% – 1% = 4%
Il nostro investimento ha fruttato il 4% in un periodo di un anno aggiustando l’inflazione. La chiave è utilizzare il tasso di inflazione che riteniamo più appropriato per il confronto che vogliamo fare.
Esempio di calcolo della redditività reale
Supponiamo un’azienda spagnola che esporta legno in Germania. Quest’anno, dopo la chiusura dei conti, la società vuole calcolare la sua redditività reale tenendo conto che l’indice dei prezzi pubblicato da Eurostat è del 2% all’anno e il tasso di interesse effettivo nominale è stato del 3%.
Quindi:
r= (1 + 0.03)/(1 + 0.02) -1 = 0,98%
La redditività reale della società è dello 0,98% tenendo conto dell’effetto dell’inflazione.