Uno swap è un derivato finanziario con il quale due parti si accordano per scambiare, per un determinato periodo di tempo, due flussi finanziari (incassi e pagamenti) di interessi nella stessa valuta (interest rate swap) o in una valuta diversa (foreign exchange swap) per un determinato importo nominale e una determinata data di scadenza.
Gli swap sono negoziati bilateralmente da ciascuna parte in mercati over-the-counter (cioè non negoziati in mercati organizzati). Questo fatto rende il contratto finalmente concordato più utile, flessibile e adeguato alle esigenze iniziali perseguite con l’accordo da ciascuna delle parti.
In termini di uso e finalità, sono prodotti utilizzati sia per scopi speculativi che per coprire l’esposizione a un rischio. Inoltre, nel caso degli swap su tassi d’interesse, non essendoci alcuno scambio di valore nominale, essi consentono di assumere posizioni con effetto leva (cfr. leva).
Questo tipo di contratto finanziario è nato negli anni ’70 nel Regno Unito. Detto questo, la notorietà dello swap è stata raggiunta grazie all’operazione che la Banca Mondiale e la società americana IBM hanno effettuato nel 1981, attraverso la banca Salomon Brothers. In tale accordo, l’azienda tecnologica IBM ha cercato di ottenere maggiori finanziamenti in dollari in cambio delle valute dei paesi europei, in particolare franchi e marchi svizzeri. Da parte sua, la Banca Mondiale ha cercato di ottenere finanziamenti in queste valute.
Tipi di swap
I tipi di swap più noti sono gli swap su tassi d’interesse e gli swap su valute.
- Interest rate swap: consiste nel pagamento di interessi periodici fissi da parte di una parte in cambio di interessi periodici variabili da parte dell’altra parte legati ad un determinato indice, come ad esempio il EuriborI più comuni sono: Eonia (entrambi utilizzati nella zona euro) o Libor (Londra). Non vi è alcun rischio di cambio di capitale o di valuta, ma vi è un rischio di tasso di interesse in quanto l’attività sottostante è un deposito.
Esistono, a loro volta, due tipi di swap sui tassi di interesse:
- Interest rate swap (IRS): consiste nello scambiare flussi di interessi a tasso fisso con flussi di interessi a tasso variabile nella stessa valuta.
- Basis swap: consiste nello scambiare flussi di interesse a tasso fisso con flussi di interesse a tasso variabile nella stessa valuta ma con frequenze o basi diverse. Ad esempio, gli interessi possono essere scambiati sull’indice legato all’Euribor a 3 mesi contro l’Euribor a 6 mesi. In questo esempio, stiamo cercando che una parte della curva dei tassi di interesse si sposti in una direzione più dell’altra, in modo da ottenere un profitto per la differenza espressa in punti base. Se si muove nella direzione opposta, saremo noi a pagare la parte opposta.
- Swap su tassi di cambio: consiste nello scambio di flussi periodici fissi da parte di una parte in una valuta in cambio della ricezione dell’interesse periodico variabile da parte dell’altra parte in una valuta diversa, come ad esempio la ricezione dell’interesse generato in dollari contro euro. Vi è uno scambio di capitale all’inizio e alla scadenza del contratto, rischio di valuta e rischio di tasso di interesse.
Esistono, a loro volta, tre tipi di currency swap:
- Currency swap: consiste nello scambio di crediti a tasso fisso in diverse valute.
- Swap valutario a tasso variabile: consiste nello scambio di prestiti a tasso variabile in diverse valute.
- Cross currency swap: consiste nello scambio di un prestito a tasso fisso con un prestito a tasso variabile in diverse valute.
Esempio di un interest rate swap
In questo caso, supponiamo di aver acquistato un interest rate swap. In particolare, abbiamo acquistato un Interest Rate Swap (IRS) a 2 anni per un valore nominale di 1.000.000 di unità monetarie dove paghiamo un tasso fisso (Euribor a 3 mesi) e dove riceveremo un tasso variabile (Euribor a 6 mesi).
Acquistando l’IRS a 2 anni, ci aspettiamo che l’Euribor 6 mesi faccia meglio dell’Euribor 3 mesi. Quindi con i 3 mesi pagheremo un tasso fisso per tutta la durata dello swap e, d’altra parte, con la tappa dei 6 mesi avremo la possibilità di saldi più alti con tassi d’interesse più alti.
Nel caso ipotetico che facciamo l’operazione opposta, cioè vendiamo l’IRS a 2 anni, ci aspettiamo che i tassi d’interesse a 6 mesi scendano. Pagheremmo un tasso variabile di 6 mesi e riceveremmo un tasso fisso di 3 mesi. Se i tassi d’interesse a 6 mesi peggiorassero rispetto ai tassi a breve termine quando pratichiamo i regolamenti, pagheremmo meno ai tassi d’interesse più bassi e riceveremmo un tasso fisso fissato all’inizio dell’operazione.
Lo schema di regolamento è stabilito come segue:
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