I parametri del Valore attuale netto (VAN) e il Tasso di rendimento interno (TIR) può aiutarci a studiare la fattibilità di alcuni progetti a livello economico. Tuttavia, deve essere chiaro che questi criteri non sempre coincidono, hanno i loro limiti e i loro risultati potrebbero essere incoerenti in alcuni casi
Pertanto, metteremo sul tavolo NPV e IRR per analizzarli congiuntamente.
La prima differenza da menzionare è il modo di studiare la redditività di un progetto. Il VAN lo fa in termini assoluti netti, cioè in unità monetarie, ci dice il valore del progetto al momento attuale; mentre il TRI, ci dà una misura relativa, in percentuale.
Tali metodi differiscono anche nel trattamento dei flussi di cassa. Da un lato, il VAN tiene conto delle diverse scadenze dei flussi di cassa, dando la preferenza a quelli più vicini e riducendo così il rischio. Si assume che tutti i flussi siano reinvestiti allo stesso tasso K, il tasso di sconto utilizzato nell’analisi stessa. D’altra parte, il TIR non considera che i flussi di cassa siano periodicamente reinvestiti al tasso di sconto K, ma ad un certo tasso di rendimento r, sovrastimando la capacità di investimento del progetto.
Esempio di confronto tra NPV e IRR
Vediamo un breve esempio per chiarire quest’ultima idea: cosa significa quando un investimento ha un tasso di rendimento interno del 40%? Secondo i criteri del TRI, ciò significherebbe che dopo un anno i fondi ottenuti verrebbero reinvestiti al 40% e così via con i fondi del secondo anno e degli anni successivi. Ipotesi lontane dalla realtà.
Il grafico seguente mostra la relazione tra NPV e IRR.
Possiamo vedere che ci sono tanti NPV per un progetto quanti sono i tassi di sconto. In relazione al TRI, il grafico mostra che ce n’è uno solo, tuttavia, questo non è sempre il caso, dipende dalla struttura del flusso di cassa dell’investimento. Questo è spiegato qui di seguito.
Concentrandoci sui risultati che offrono, vedremo che possono esistere discrepanze a seconda del tipo di investimento.
Nel caso di investimenti semplici, entrambi i metodi coincidono nella decisione di accettare o rifiutare il progetto. Tuttavia, nella gerarchia degli investimenti, ogni metodo può ordinarli in modo diverso.
Negli investimenti non semplici, possono anche sorgere conflitti di decisione nell’accettazione o nel rifiuto dell’investimento.
Esaminiamo i diversi casi che possiamo trovare quando analizziamo gli investimenti, che, come è già stato detto, dipenderanno dalla natura degli investimenti, siano essi semplici o meno.
Primo caso: sia il VAN che il TRI danno gli stessi risultati di decisione e di gerarchia degli investimenti (investimenti semplici)
Conclusioni: entrambi i metodi stabiliscono che i progetti sono redditizi e che il progetto B è preferibile al progetto A.
Secondo caso: sia il VAN che il TRI danno gli stessi risultati di decisione ma non coincidono quando si ordinano gli investimenti (investimenti semplici)
Conclusioni: I due criteri mostrano che gli investimenti sono redditizi, ma non sono d’accordo sulla priorità degli investimenti. Secondo il VAN, B è più redditizio di A, tuttavia, secondo il criterio del TRI sceglieremmo prima A che ha un TRI più alto di B.
Terzo caso: progetti con più di un IRR (non un semplice investimento)
Conclusioni: cosa significa che il progetto ha due IRR? Due valori rendono il VAN pari a zero, il che crea problemi nell’applicazione del criterio del TRI per l’analisi dell’investimento, in quanto non è noto quale TRI utilizzare come riferimento per il confronto con il tasso di sconto (K).
Non dimentichiamo che la regola della decisione è:
IRR > k accettare l’investimento
TIR = indifferente k
IRR < k rifiutare l’investimento
Questo fenomeno è dovuto al fatto che il segno dei flussi di cassa netti cambia più di una volta.
Quarto caso: progetto senza tir (investimento non semplice)
Conclusioni: se il progetto non ha un TIR, questo criterio non può essere utilizzato nel processo decisionale.